BIOGRAFIA

I Les Moustaches nascono a Bergamo nel 2016, come compagnia teatrale under 30. Dopo i primi successi di pubblico, la compagnia ottiene presto anche il plauso della critica e degli addetti ai lavori. Partecipa e vince ai festival, italiani e interna- zionali. Ricchi di individualità forti (costituiscono il nucleo centrale del gruppo, pro- fessionisti attivi in diversi settori dello spettacolo) nel 2019 i Les Moustaches decidono di ampliare il proprio campo operativo. Oltre a continuare a produrre e coprodurre spettacoli per il palcoscenico, si dedicano alla realizzazione di soggetti e sceneggia- ture per film e serie tv e alla creazione di format televisivi. Da qui, le distinte sezioni in cui i Les Moustaches presentano il loro lavoro: Teatro, Audiovisivo e Format.

La compagnia Les Moustaches durante la stagione teatrale 2018/2019 ha raggiunto la fase finale del Premio Scenario con “La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza”. Lo spettacolo viene selezionato per il Roma Fringe Festival 2020 dove vin- ce Miglior spettacolo, Premio della Stampa e Premio Fersen per l’innovazione e la ricerca. Sempre “Ciccio Speranza” è finalista per INBOX2021, di Direction Under30 2020 e del bando Theatrical Mass Campo Teatrale 2019. Con il testo “Il Presidente” la compagnia è finalista del bando Testinscena 2019 Fondazione Claudia Lombardi per la città di Lugano, tra le sei migliori drammaturgie originali, selezionato nel 2021 per la biblioteca del Teatro I di Milano e finalista per Pontedicarta 2021. Les Moustaches vin- cono il primo premio del Milano Off Fringe Festival2019 con lo spettacolo “Il Giovane Riccardo”, selezionato per partecipare ad Avignon le Off 2022. Semifinalisti del Pre- mio Scenario 2021 con lo spettacolo/studio “Canarini”, attualmente in produzione “L’ombra lunga del nano” che debutterà ad ottobre 2021.

Per l’audiovisivo lavorano dal 2021 al fianco di New Gen Entertainment per la produzio- ne del lungometraggio “Like” e del cortometraggio “Piacere Mio”.

ESPERIENZE DI PEDAGOGIA TEATRALE

  • Organizzatori di cogestioni insieme ai rispettivi rappresentanti d’istituto come esperti di teatro e arti performative;
  • Laboratorio Teatrale presso la scuola secondaria di 1° grado di Pontirolo Nuovo (BG) – A.S. da 2014/15 a 2016/17; (Bando Commissionato dall’Istituto com- prensivo Fara d’Adda – BG);
  • Laboratorio “Il corpo e le fiabe” – A.S. 2018/19 presso la Scuola infanzia Sergio Gritti di Osio Sotto (BG). (Bando commissionato da: Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale Per la scuola, competenze e am- bienti per l’apprendimento);
  • Laboratorio “Teatro e Drammaturgia”, dal 2018 ad oggi presso Liceo, Scuo- la primaria e secondaria – Polo Formativo Scolastico Collegio degli Angeli, Isti- tuto Facchetti di Treviglio (BG);
  • Project-work “Come nasce e si sviluppa un progetto artistico?” – dal 2019 ad oggi presso il Liceo Linguistico Falcone di Bergamo.

LES MOUSTACHES – L’OMBRA LUNGA DEL NANO
SINOSSI
Olo e Neve sono marito e moglie. La loro vita è tragicamente peggiorata, non ha mantenuto le aspettative che nutrivano sul loro rapporto di coppia. Lui, affetto da nanismo e da una ingovernabile gelosia, è un operaio di fatica e un marito di pretesa. Lei, donna ingenua dilaniata dal tempo che corre e dall’insuccesso della sua vita, è una donna depressa e una moglie insoddisfatta. Lontani da qualsiasi sporadica eruzione intellettiva, i nostri personaggi si accontentano di trovare nell’altro il colpevole del loro fallimento. Nonostante un odio bollente, nella coppia rimane intatto il preistorico concetto di appartenenza. Un fiabesco risvolto riporterà tra i due un inatteso riavvicinamento di passioni; lo scontro con la realtà, sarà per Olo e Neve l’inevitabile epilogo.

IL PROGETTO
Il nostro progetto nasce dallo studio e dalla ricerca sulla fiaba di Biancaneve. Le fiabe possono essere scenari possibili per metaforizzare la realtà, per raccontare un universo contemporaneo. Ispirandoci al popolare racconto, abbiamo trasformato la figura del nano in un simbolo della convenzione sociale maschile e Biancaneve come immagine rappresentante
della convenzione sociale femminile. Nella nostra rilettura, Olo e Neve, formano così il prototipo di una coppia ordinaria. Attraverso un linguaggio crudo, sordo e insensibile i personaggi disegnano il profilo di due sposi stanchi, assuefatti e intorpiditi. Come nella fiaba è centrale l’elemento magico, anche nella nostra commedia nera l’escamotage poetico cambierà il destino dei nostri personaggi. Il nano, attraverso la proiezione della sua ombra, si farà gigante; diventando la metafora perfetta della possibilità di riscoprirsi. Così, la stessa coppia annoiata,
nascondendosi dietro l’iniziatica passione di due sconosciuti cadrà vittima di un un gioco tanto eccitante quanto pericoloso.
Dal punto di vista registico lo spettacolo è ambientato in uno spazio nudo che si fa casa solo in presenza della coppia che lo abita. La messinscena non prevede una scenografia fissa, ma oggetti di scena che muovono lo spazio. Oltre ai due personaggi, c’è un terzo elemento che si fa protagonista, la luce. Questa, infatti, non è solo elemento scenografico ma è mezzo espressivo che dà vita, forma e carattere alla fantasia. Elemento creatore sulla scena è il ritmo, che entrando nei corpi degli attori detta lo stato emotivo della coppia. La sfida registica è
quella di indagare la relazione di due corpi così diversi tra loro che lottano e si cercano nel disperato tentativo di diventare una cosa sola.
L’introduzione: prologo di una fiaba o di un racconto dell’orrore Una retroproiezione rende gigante la silhouette di un attore che cammina verso una porta. Aperta la porta, svelata
è la realtà; il mastodontico profilo appartiene ad un nano minaccioso, che fa capolino sull’uscio di casa.
L’ambiente domestico: Olo, il marito e Neve, la moglie Il “catatonico” ambiente domestico si colora di un’atmosfera bluastra. In questo spazietto angusto e soffocante ci vivono il marito e la moglie, l’odio e il rancore. La luce fredda che domina la scena è generata da una sola lampadina; simbolo di casa, segno imperfetto di condivisione. L’ambiente domestico: Neve, sempre la moglie e Ombra, sempre il marito, che si fa nuovo. Un’Ombra arriva sulla scena e ne diventa protagonista. Il suo “corpo” è generato da un gobo. Ad accompagnare la triste lampadina domestica, ecco accendersi diverse lampadine dai colori caldi e accoglienti. Le lampadine calano dall’alto formando una costellazione di lucette, un lampadario di luce, una mappatura di speranza, che enfatizza l’inizio di un racconto d’amore. È così che l’indigesto spazio di casa si fa arioso, caldo, appetitoso. Ci sono la moglie e l’amante, il nuovo e il probito.
Il finale: decisamente un racconto dell’orrore La scena rappresentata non è altro che lo svelamento, la vittoria della realtà, il risveglio del sogno. Olo è Ombra, Ombra è Olo; il vecchio è il nuovo, il rifiuto è il desiderio. Il piccolo corpo dell’uomo genera un’ombra lunga. Un proiettore, a terra su stativo, viene posizionato ad altezza testa generando così quell’Ombra lunga, irrinunciabile protagonista del racconto.

BREVE DESCRIZIONE DEL LAVORO DA SVOLGERE IN RESIDENZA:
Durante il periodo di residenza ci piacerebbe approfondire diversi aspetti del nostro progetto. Dal dossier di presentazione evidenziamo l’importanza della “luce” come terzo protagonista. L’ombra, prodotta dallo studio illuminotecnico, prende vita; avrà nome, voce e carattere. Con la presenza della nostra collega di Compagnia Eleonora
Rodigari, dottoressa in scenografia presso l’Accademia di Brera e specializzata in lighting designer presso l’Accademia della Scala di Milano, sfrutteremo il tempo e gli spazi della residenza per studiare e approfondire questo aspetto.
Un altro punto rilevante del lavoro è il rapporto tra i corpi. I due attori, con fisicità diverse (una giovane ragazza e un uomo affetto da nanismo) dovranno conoscersi fino al punto di creare una coppia. Un marito e una moglie, schiavi di una routine quotidiana, daranno vita alla partitura di due corpi che si conoscono alla perfezione. I loro movimenti non saranno mai casuali e innesteranno un meccanismo di azione e reazione, ricco di quella naturalezza necessaria tipica di una coppia. Il tempo concesso dalla residenza sarà garante di questa indagine profonda e siamo convinti di poter raggiungere la massima potenzialità del nostro lavoro.
Non vogliamo limitarci ad una incompletezza creativa e crediamo che la residenza e il tutoraggio siano gli unici mezzi per garantire al nostro spettacolo un viaggio lungo e fortunato.

ILEANA D’AMBRA – NEVE
Frequenta la scuola di recitazione La Cometa – Scuola di Teatro e Omnes Artes di Roma, la Scuola di Recitazione Cinematografica presso I.A.L.S e l’ Accademia di recitazione teatrale e tecnica cinematografica creata da ex allievi dell’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica Silvio D’Amico e Centro Sperimentale di Cinematografia. Lavora per il teatro in “Cattivi Ragazzi”, con Francesco Montanari al Teatro della Cometa di Roma e in “Bang Bang, you’re dead”, prodotto da Formi4, con la regia di Veruska Rossi e Guido Governale . Debutta al cinema nel 2020 con il ruolo di Vilma accanto ad Elio Germano nel film “Favolacce” dei fratelli Fabio e Damiano D’Innocenzo, vincitori dell’ Orso d’Argento per la sceneggiatura al Festival di Berlino.

MASSIMO VIAFORA – OLO
Lavora per il cinema, il teatro e la televisione. Nel 2009 è nel cast di “Io e Marilyn” di e con Leonardo Pieraccioni e nel 2010 in “Lacrime nere” di Max Croci e Matteo
Bortolotti. Partecipa a diversi spettacoli teatrali con tournèe nazionali e non (Lugano, Bellinzona, Stoccarda, Berna, Modena, Bolzano, Piacenza), appare in televisione in programmi come “Ciao Darwin”, “Le Iene” e nella sit com “La cena dei cretini” al fianco di Max Cavallari. Fa parte di diversi videoclip musicali al fianco di artisti come Marracash, Elio e le storie tese, Fabri Fibra e Salmo.

Gruppo di lavoro
PROFILI COMPAGNIA
Alberto Fumagalli – Regista, drammaturgo e attore
Ludovica D’Auria – Regista e attrice
Giulio Morini – Costumista e direttore di scena
Tommaso Ferrero – Assistente alla regia, responsabile audiovisivo e tecnico
Massimo Viafora – Attore
Ileana D’Ambra – Attrice
Eleonora Rodigari – Light Designer
Pietro Morbelli – Responsabile Organizzativo

BIO LES MOUSTACHES
BIOGRAFIA
La compagnia Les Moustaches nasce e cresce a Fara Gera d’Adda nel 2012, sulle rive del melmoso fiume bergamasco. Fondata da Alberto Fumagalli (diplomato all’Accademia STAP Brancaccio di Roma, drammaturgo, regista e attore classe 1990), tra zanzare, campi di grano e feste del patrono, la nostra compagnia teatrale ha preso vita, forma e speranza. Il piccolo nucleo iniziale è aumentato dopo l’incontro e il confronto con altri giovani artisti, provenienti da tutta Italia, formatisi in differenti discipline artistiche nelle maggiori accademie del territorio. Un evidente meticciato culturale, si fonde nei nostri recenti spettacoli, attraverso lo scambio, il dialogo, il confronto, l’unione, in una ricca fattoria artistica.
La compagnia Les Moustaches durante la stagione teatrale 2018/2019 ha raggiunto la fase finale del Premio Scenario con lo spettacolo/studio “La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza”. Lo spettacolo viene selezionato per il Roma Fringe Festival 2020 dove vince Miglior spettacolo, Premio della Stampa e Premio Fersen per l’innovazione e la ricerca.
Con il testo “Il Presidente” la compagnia è finalista del bando Testinscena 2019 Fondazione Claudia Lombardi per la città di Lugano, tra le sei migliori drammaturgie originali. Les Moustaches vincono il primo premio del Milano Off Fringe Festival2019 con lo spettacolo “Il Giovane Riccardo” e rappresenterà l’Italia al Festival internazionale di Avignone durante il mese di luglio 2020.
ESPERIENZE DI PEDAGOGIA TEATRALE
• Laboratorio Teatrale presso la scuola secondaria di 1° grado di Pontirolo Nuovo (BG) – A.S. da 2014/15 a 2016/17; (Bando Commissionato dall’Istituto comprensivo Fara d’Adda – BG)
• Laboratorio Teatrale presso “Scuola dei Sogni” di Osio Sotto (BG) -2017 ad oggi. Accademia privata di arti performative con specializzazione nella danza
• Laboratorio Teatro/drammaturgia presso Liceo sportivo, Scuola primaria e Scuola secondaria – “Polo Formativo Scolastico Collegio degli Angeli” Treviglio (BG)
• Laboratorio Teatro/drammaturgia presso Scuola secondaria “Istituto Facchetti” Treviglio (BG)
• Laboratorio “Il corpo e le fiabe” presso la Scuola infanzia Sergio Gritti di Osio Sotto (BG). (Bando commissionato da: Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale “Per la scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento”)
• Alternanza scuola/lavoro “Teatro/Drammaturgia” presso il Liceo Linguistico Falcone di Bergamo
• Organizzatori di cogestioni insieme ai rispettivi rappresentanti d’istituto come esperti di teatro e arti performative.

“Trilogia della fiaba nerissima: la fame, l’invidia e il camposanto, è un progetto per il teatro che nasce dalla fascinazione e lo studio verso la fiaba. Lo spettacolo si suddivide in tre capitoli, slegabili tra loro e rappresen- tabili separatamente, proprio come in una lettura di raccolta di fiabe. Ogni capitolo ha la durata massima di 30 minuti; in scena tre attori, capaci di spaziare da un racconto all’altro, da un personaggio bugiardo ad uno sincero, da un linguaggio sporco ad uno forbito ed elegante.

Lo spettacolo, come una fiaba, vuole essere conciso, narrativamente efficace, colmo di suggestioni poetiche, rispettando la logica essenziale del racconto. In questo progetto, condizionato dalla lettura di alcuni autori, tra i tantissimi mi soffermo su le fiabe del focolare dei fratelli Grimm, vorremmo essere estremista, profetico,

LE TEMATICHE

Nel progetto Trilogia della fiaba nerissima: la fame, l’invidia e il camposanto, si ritrovano diversi temi, in particolare l’eterno conflitto tra la vita e la morte, letto anche come giovane e vecchio, come nuovo e passato. Trascinando lo spettacolo all’interno di un tempo remoto affidato al principio della fiaba, sono però ben chiari temi eterni e irrisolvibili, drammaticamente presenti anche in un universo attuale e contemporaneo, per esempio, la fame e l’invidia, debolezze e/o necessità umane, da cui prendono titolo i primi due capitoli dello spettacolo.

Da sempre abbiamo bisogno delle fiabe, della loro essenzialità e della loro universalità. Legge- re il contemporaneo attraverso il filtro dell’immagine e del racconto, affidandoci a personaggi grotteschi e ad un linguaggio slegato dal quotidiano, può essere un’arma ancor più forte per comunicare al pubblico un disagio esistente e una necessità di risposta personale.

lesmoustaches.net

emblematico, sapiente, elementare e violento.”

Alberto Fumagalli – Autore

info@lesmoustaches.net Les Moustaches les_moustaches_

SINOSSI

Come già anticipato Trilogia della fiaba nerissima: la fame, l’invidia e il camposanto è un lavoro per la scena strutturato su tre filoni narrativi slegati tra loro.

Il primo, La fame, racconta di un uomo e una donna, che vivono in un luogo magico dove c’è una pozza d’acqua piena di pesci. Per loro nutrirsi è facile, peccare d’abbondanza lo è ancora di più, fino a quando da quella pozza d’acqua, all’improvviso, i pesci scompaiono, non rimangono che qualche mollusco e totani molli. I due protagonisti, privi d’astuzia e di ambizione, impauriti dal loro nuovo tempo, rimangono a bocca asciutta. Di lì a poco la fame avanza e sarà necessario per loro capire come combatterla. L’elemento del magico si troverà nella figura di una Sirena, che scalderà il cuore di lui, mentre la donna porta nel grembo un nascituro affamato.

L’invidia è il rapporto feroce tra una matrigna e una figliastra, tra il passato e il presente, tra la vecchiaia e la giovinezza. La matrigna, un tempo donna bellissima e virtuosa, si ritrova calva e brutta davanti agli specchi del palazzo. La giovane figliastra è nel pieno del suo splendore, nel cuore della sua vita, bella e gioiosa ha dei lunghissimi capelli biondi. Il desiderio diabolico della matrigna è quello di rivivere quella sensazione di bellezza, quella magia che solo ai giovani ap- partiene. Mangiata dall’invidia, la matrigna si spingerà sino al punto di progettare l’orrorifico scalpo dei capelli della bella figliastra.

Il camposanto narra la storia di due genitori che non accettano la morte del proprio figlio; un figlio disperato che sulla terra aveva seminato disgrazie e raccolto dolori. Disposti a tutto pur di riportarlo in vita trovano un accordo con il Diavolo. Il riposo eterno del figlio, che finalmente aveva trovato pace, viene profanato. Il Diavolo lo riporta in vita terrena ma ad una sola condizio- ne: il figlio dovrà danzare, sino a che non consumerà l’ultima suola dell’ultima scarpa sulla terra.

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